T O T E M I S M O
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Che cos'è il Totemismo?
TOTEMISMO: non è da definire secondo i canoni etnologici. Scrive in proposito il fondatore Nazareno Gemini: "[...] Nell'uomo, essere pensante, creatore e distruttore, permane l'impronta del Dio sovrannaturale. L'uomo è un totem, assoluto nella sua identità, relativo nelle sue molteplici sembianze esteriori ed interiori. Mediante i suoi tratti somatici, l'individuo denuncia caratteristiche note al passato e al presente, riconducibili a quei lineamenti fisici e caratteriali già appartenuti ai propri avi, alla propria stirpe. Il totemista si colloca al di fuori di sé: attraverso il tabù della mente e dello spirito medita d'inventare il corruttibile e l'indissolubile. Con l'eterno che possiede si diletta nel formare modellare cancellare, nell'apparire e nello scomparire in oggetti artistici e non, in concetti artistici e non, in sentimenti artistici e non. Il totemismo è cultura ufficiosa di chi lascia al tempo orme non suscettibili di giudizio [...]''. Risulta molto interessante l'aver utilizzato il nome Totemismo, etimologicamente coniato per esigenze etnologiche, al fine di caratterizzare questo singolare fenomeno artistico, sempre in fermento.
La croce totemica: è lo stemma dato da Erminio Zanenga al totemismo. Ha un significato enigmatico. Ricorda vagamente la croce francescana, ed è sostanzialmente una lettera T stilizzata (T di totemismo): per questo il simbolo ''|'' viene chiamato croce totemica. Sembrerebbe (ma non è del tutto certo) che la T sia stata tagliata in cinque rami a rappresentare i cinque precetti della Chiesa Cattolica, la cui dottrina è intrisa di tabu. Per il cristiano il totem tribale per eccellenza è appunto la croce, che rappresenta anche uno dei più grandi misteri della fede cattolica. Esiste anche un'altra teoria interpretativa, secondo la quale i quattro rami più piccoli della croce totemica simboleggiano quattro chiodi, mentre il ramo lungo simboleggia una lancia: questi cinque strumenti sono direttamente riconducibili alle cinque piaghe più evidenti sul corpo di Gesù crocifisso e risorto. Davvero affascinante, in ogni caso, l'aver accostato significati religiosi al Totemismo, nato come manifestazione culturale totalmente indipendente.
Numquam Timere Adversa: è il motto totemista, ideato da Erminio Zanenga. Significa: mai temere le difficoltà. Una tale affermazione, che può risuonare eroica, trova senso solo di fronte al legno di salvezza (Arbor Salutis): l'albero della croce appunto. Ecco perché il motto si trova abbinato alla croce totemica e completato dall'insegna "Arbor Salutis". Vedere qui di seguito un interessante approfondimento sul tema. Il latino è la lingua ufficiale dei totemisti. Rimane un mistero il motivo di tale scelta: forse è dovuta alla riconosciuta universalità della lingua latina in ambito culturale, da contrapporsi all'universalità delle lingue anglosassoni nel settore economico.
Il logo totemista ed i suoi enigmi: Chi ha uno spiccato spirito d'osservazione può notare che nel logo totemico esistono significati non evidenti, ma comunque importantissimi. Infatti, le iniziali dell'insegna e del motto, se ripercorse lungo la linea spezzata nel senso indicato dalla freccia iniziale, formano la parola SATAN, che indica l'oppositore, l'impedimento per eccellenza, cioè il diavolo. Questo non deve essere inteso come un messaggio subliminale negativo, ma come completamento del motto totemista: mai temere le avversità dietro le quali si cela il demonio, comunque sconfitto dal sacrificio di Gesù sulla croce, che diventa un "Arbor Salutis", cioè un albero (legno) di salvezza. Del resto da sempre, nonostante la sconfitta eterna, l'operato diabolico è nascosto ed insidioso, presente anche dove meno ce lo si aspetterebbe.
Dunque è interessante vedere come unendo le linee di percorrenza si ottiene la figura stilizzata di un serpente, trafitto nel ventre dall'estremo inferiore della croce totemica (che tra l'altro, secondo l'interpretazione dei cinque strumenti delle piaghe di Cristo, simboleggia appunto la lancia). Contorta dal male, la serpe si rivolta indietro verso la croce, impotente, con un grido straziante di dolore e di morte.
In conclusione, il significato è: l'umanità ha rifugio dalla dannazione perpetua solo con la fede in Dio unico e trino. Con questa fede, chiedendola a Dio in dono, come grazia salvifica, l'umanità non dovrà mai temere gli ostacoli che Satana pone sul suo cammino. Ma attenzione: la sconfitta eterna del male si concretizza solo nel momento in cui ci si abbandona a Cristo, l'unico che veramente ha vinto la morte. Senza Cristo, rifiutandolo liberamente, non aprendo le porte del proprio cuore all'amore di Dio, si rende vana la salvezza: Gesù è morto per tutti, indistintamente, ma se qualcuno non accetta la sua salvezza, il suo amore, la sua vittoria, allora deliberatamente sceglie di dannarsi per sempre col maligno.